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I “tri Barbè de Barzanò”

di Valentino Crippa

 

Vittorio Isella (chiamato Celeste), Bruno Cazzaniga, Romeo Cattaneo.

Più di una generazione è passata sotto le forbici e i rasoi di questi personaggi popolari, conosciuti in paese al pari di sindaci e parroci. Allora come oggi, si andava da loro per farsi “belli”, rilassarsi e confidarsi come nel confessionale. Tutti esercitavano con professionalità la loro attività nel centro paese, si può dire uno accanto all’altro. Celeste difronte alla cartoleria Sala, Romeo nei locali oggi occupati dal “Baretto”, Bruno nel cortile dell’albergo Redaelli.

Romeo, il parrucchiere venuto dalla città

Romeo Cattaneo da Torrevilla, classe 1927, viso e portamento da attore del cinema, amava il suo lavoro, amava la musica e ballare valzer, tanghi, mazurche. Si era sposato con Alice Crippa di Villanova dalla quale aveva avuto due figli, Dino e Valter.

“Mio padre Romeo”, ci racconta il figlio Dino Cattaneo che da 47 anni prosegue con impegno l’attività nel negozio, “è arrivato a Barzanò nel 1952 occupando i locali in Piazza Fratelli Besana di proprietà del signor Arturo Montanelli, che esercitava in paese la professione di panettiere, poi continuata dai Fratelli Arlati.”

Prima di mettersi in proprio aveva lavorato fino all’età di 28 anni nei migliori negozi di Milano acquisendo una buona professionalità e cercando “de rubà ul meste’” che in seguito gli sarebbe sicuramente servito.

“I primi anni a Barzanò”, ci dice Dino, “sono stati molto difficili perché i clienti erano pochi, così come le conoscenze di mio padre, limitate alla cerchia di pochi amici. Inoltre il costo di affitto dei locali, anche per via della posizione centrale, era considerevole per una attività appena avviata. Abitavamo a Torrevilla, cioè molto vicino a Barzanò, ma papà aveva vissuto la maggior parte dei suoi anni a Milano per imparare il mestiere e quando iniziò la sua attività era considerato una sorta di straniero.”

Dopo le prime grosse  difficoltà la situazione migliora…

A Barzanò, dopo i primi difficili anni, le cose cominciarono a prendere una piega positiva anche grazie all’apporto di  bravi lavoranti come Francesco Tentori , Giuliano Redaelli di S.Feriolo, e Luigi Perego, che abitava alla cascina Campagnola. Il primo si mise poi in proprio, cessando la sua attività a Merate due anni fa. “Anche noi figli”, ci dice Dino, “siamo stati coinvolti nell’attività da nostro padre. Io ho preso in pieno la sua passione, mio fratello Valter invece aveva fatto capire da subito che non era portato per questo lavoro.”

La specialità di Romeo era il “taglio scolpito a rasoio”che aveva portato in dote dall’esperienza milanese. Dino mi porta a vedere un grande specchio regalato al padre dai Fratelli Scaccabarozzi per ringraziarlo di aver trasferito questa sua conoscenza tecnica  alla loro attività meratese.

“Mio padre ha lavorato fino all’ultimo. L’ultima barba che ha fatto è stata quella dell’amico Vittore Beretta a novembre del 2002.”

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Vittorio Isella, da tutti chiamato Celeste. Un nome inesistente sui documenti ufficiali che, appioppatogli da ragazzo, si è portato sulle spalle per tutta la vita. Nato all’inizio della grande guerra, nel 1915, viveva con la famiglia a Verdegò, frazione di Barzago.

A  18 anni “Celeste” viene a Barzanò per imparare l’arte del parrucchiere. Il suo datore di lavoro, il “Barbirèu” (alias Franco Fumagalli) aveva il negozio in via Garibaldi, di fronte alla cartoleria Sala. Il “Barbireù” era molto noto in paese. La moglie lavorava in una merceria molto frequentata.

“Si era sposato a febbraio del 1949″, ci dice il figlio Giovanni (da tutti chiamato Gianni)” con Maria Canali di Resempiano, località vicino a Bevera. Maria, residente ancora a Barzanò, ha oggi 96 anni: a quei tempi si recava in bicicletta a lavorare al “Fum” la nota tessitura di via Garibaldi vicina al “Cafferino”.

Dopo il servizio militare e la guerra , nel 1946 mio padre “ritirò” il negozio del “Barbireu”.

Come tutti i parrucchieri lavorava anche la domenica mattina. Dopo la prima messa delle sei, i suoi clienti erano impazienti sotto la sua abitazione, che si trovava sopra il negozio, ad aspettare “Celeste” per farsi belli.

Nella via c’erano molti negozi, uno dopo l’altro e gli uni di fronte agli altri.

“Oggi”, ci dice “Gianni”, nel nuovo negozio di via Garibaldi, che si trova dopo l’ex Bar Sport, c’è un antica colonna. All’inizio del secolo scorso in questi locali era attiva la Trattoria della Colonna. Nome non casuale, proprio per la presenza della colonna che ancora oggi possiamo ammirare e che dà al moderno locale un bel tocco di antico.

Da “Celeste” e Maria sono nati tre maschi. Nel 1949 Giovanni, nel 1953 Roberto e nel 1956 Livio. Solo il figlio maggiore Gianni (anche a lui è toccata una parziale variazione del nome di battesimo) ha seguito le orme del padre.

“A 16 anni”, ci dice, “ero a Milano per imparare il mestiere. Poi a Merate, Missaglia, Costamasnaga. Dopo il serizio militare, nel 1971 ho iniziato a lavorare con mio padre. Ormai è 53 anni che faccio questo lavoro. Un vero figlio d’arte.”

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Bruno Cazzaniga aveva solo 13 anni quando ha iniziato l’attività di parrucchiere, lavorando come garzone a Milano: c’era ancora la guerra e si recava tutti i giorni a piedi fino alla stazione ferroviaria di Besana Brianza e da qui in treno fino a Milano, rientrando a tarda sera, anche di domenica.

“Amava talmente il suo lavoro”, ci dice il figlio Marco, “che per lui questa faticosa routine non costituiva un sacrificio ma un piacere”.

Quando ha iniziato l’attività in proprio Bruno a Barzanò?

Prima di aprire il suo negozio, nel 1951, Bruno aveva lavorato alcuni anni da Felice Alberti in via Garibaldi. Era nello stesso palazzo oggi occupato dalla tettoia del salumificio Fratelli Beretta, che ospitava diverse attività : il bar del Circolino, lo “stuista” Penatti, il calzolaio Brambilla di Torrevilla, il negozio della “Bacecca” dove due donne vendevano frutta e verdura e infine quello della “ciclista” così chiamata perché il marito, il Sig. Motta, costruiva le biciclette.

Poi Alberti negli ultimi anni di lavoro aveva deciso di lavorare solo come parrucchiere da donna. Fu allora che mio padre prese la decisione di aprire il suo piccolo negozio nella corte dell’albergo Redaelli, dal quale si accedeva dal portico dell’albergo ma anche da un cancelletto collocato nella “busa”, zona pedonale che collega anche oggi la Piazza Mercato a Piazza Fratelli Besana.

Un cliente di Bruno, anche lui nato nel 1930, ricorda che negozio, oltre all’arredamento tipico composto da specchi e poltrone, si trovava una stufetta dove l’acqua veniva scaldata in una pignatta di alluminio per lavare i capelli dei clienti.

I parrucchieri allora tenevano aperto il negozio anche domenica fino a mezzogiorno e in settimana talvolta lavoravano fino a mezzanotte. Mi ricordo bene quando Bruno “mandava giù” perché i suoi clienti, sopratutto quelli più giovani, andavano al cinema in via Sirtori e poi tornavano dal parrucchiere a ora tarda. Oppure la domenica, quando altri ritardatari mettevano a rischio la possibilità di vedere in santa pace la partita di calcio della Manara, di cui era grande appassionato come il suo maestro Felice Alberti.

Quale fu l’evoluzione  dell’attività intrapresa da Bruno?

“A dare una mano a mio padre”, ci dice il figlio Marco, “arrivò subito il fratello Dorino e più tardi, nel 1962 si aggiunse l’altro fratello Ambrogio.”

Negli anni mio padre ha insegnato il lavoro a tanti suoi collaboratori, a molti allievi della scuola di parrucchieri di Como, dove è stato maestro e socio, e anche ai due fratelli Dorino e Ambrogio: quest’ultimo lo ha poi affiancato nell’impresa e insieme hanno creato un salone che ha avuto alle sue dipendenze fino a 11 lavoranti.

Gli piaceva anche molto il calcio: è stato uno degli organizzatori della squadra di Torricella, vincitrice di tanti tornei serali di calcio a 7 della Brianza, e uno dei fondatori della squadra di calcio della Polisportiva di Barzanò.

“Nostro padre”, ci dicono i figli Letizia e Marco, “era una persona schiva di poche parole ma profondamente buona e affettuosa: la famiglia, mia madre Margherita  e il lavoro sono sempre stati , fino alla fine, i suoi grandi amori”.

 

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